Tematica Piante

Epipactis helleborine (L.) Crantz, 1769

Epipactis helleborine (L.) Crantz, 1769

foto 822
Foto: Bernd Haynold
(Da: it.wikipedia.org)

Phylum: Tracheophyta Sinnott, 1935 ex Cavalier-Smith (1998)

Classe: Liliopsida Batsch (1802)

Ordine: Asparagales Bromhead (1838)

Famiglia: Orchidaceae Juss., 1789

Genere: Epipactis Zinn, 1757


itItaliano: Elleborina a foglie grandi

enEnglish: Broad-leaved helleborine

frFrançais: Épipactis à larges feuilles

deDeutsch: Breitblättrige Stendelwurz

spEspañol: Heleborina de hojas anchas

Specie e sottospecie

Epipactis helleborine ssp. bithynica (Robatsch) Kreutz, 2004 - Epipactis helleborine ssp. degenii (Szentp. & Mónus) Kreutz, 2007 - Epipactis helleborine ssp. densifolia (W. Hahn, Passin & R.Wegener) Kreutz, 2005 - Epipactis helleborine ssp. leutei (Robatsch) Kreutz, 2004 - Epipactis helleborine ssp. molochina (P. Delforge) Kreutz, 2004 - Epipactis helleborine ssp. neerlandica (Verm.) Buttler, 1986.

Descrizione

Il termine Epipactis si trova per la prima volta negli scritti di Dioscoride Pedanio (Anazarbe in Cilicia, 40 circa - 90 circa) che fu un medico, botanico e farmacista greco antico che esercitò a Roma ai tempi dell'imperatore Nerone. L'origine di questo termine è sicuramente greca, ma l'etimologia esatta ci rimane oscura (qualche testo lo traduce con “crescere sopra”). Sembra comunque che in origine sia stato usato per alcune specie del genere Helleborus. In tempi moderni il nome del genere fu creato dal botanico e anatomista germanico Johann Gottfried Zinn (1727 - 1759), membro tra l'altro dell'Accademia delle Scienze di Berlino, in una pubblicazione specifica sul genere Epipactis nel 1757. Il nome specifico (helleborine) deriva da una certa rassomiglianza con le foglie di alcuni “Ellebori” (Elleboro bianco - Veratrum album). La specie fu descritta inizialmente da Linneo come Serapias helleborine (un genere Serapias fin dall'inizio vago e difficile da definire). Il binomio scientifico attualmente accettato (Epipactis helleborine) è stato proposto dal botanico e medico Heinrich Johann Nepomuk von Crantz (1722-1799) in una pubblicazione del 1769. È una pianta erbacea perenne alta normalmente da 20 a 60 cm (massimo 100 cm). La forma biologica di questa orchidea è geofita rizomatosa (G rizh), ossia è una piante con un particolare fusto sotterraneo, detto rizoma, che ogni anno si rigenera con nuove radici e fusti avventizi. Queste piante, contrariamente ad altri generi delle orchidee, non sono “epifite”, ossia non vivono a spese di altri vegetali di maggiori proporzioni (hanno cioè un proprio rizoma).

Diffusione

Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Paleotemperato ma anche Eurasiatico. La diffusione sul territorio italiano è completa ed è considerata una specie comune (rara nella Sicilia, nella Sardegna e nella Pianura Padana). In Europa sui rilievi non è segnalata nei Monti Balcani, mentre è comune altrove. È presente in Asia e nell'Africa settentrionale. Nell'America del Nord è completamente naturalizzata. L'habitat tipico per questa specie sono i boschi di latifoglie; ma anche schiarite forestali, margini dei boschi, pinete e gineprai. Il substrato preferito è calcareo o calcareo/siliceo con pH basico e bassi valori nutrizionali del terreno che deve essere mediamente umido. Sui rilievi queste piante si possono trovare fino a 1500 m s.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare, montano e in parte subalpino.


10679 Data: 24/09/1994
Emissione: Fiori di campo
Stato: Belgium
Nota: Emesso in striscia in libretto